NecroElogio della Creatività.

Leggendo un recente articolo di Andrea Zanoli, copywriter di chiara fama, mi sono reso conto di quanto effettivamente sia parecchio scoraggiante costatare che la creatività sta per essere completamente seppellita dall’improvvisazione, dai tecnicismi e dal “copia e incolla”.

Imprenditori che non sanno ancora bene cosa voglia dire fare pubblicità, direttori marketing che pensano di essere direttori creativi, assistenti di marketing che si sentono nuovi art-director e segretarie pseudo copy-writer d’agenzia, impazzano in questo nuovo mondo, in cui tutti credono di poter dire o fare la cosa giusta, scambiando le proprie scelte autarchiche per formule vincenti.

“Nulla di memorabile è mai uscito da una formula”, diceva il grande Bill Bernbach. Affermare e rendere efficaci idee e capacità creative in uno dei mestieri più complessi del mondo, quello della pubblicità, e molto meno facile di quanto si creda.

Per chi, come me, ci vive da trent’anni di questo mestiere, è come per un esperto meccanico sentirsi dire, dall’uomo cui si è rotto il motore, qual è il verso giusto per avvitare il coperchio delle valvole.

A ognuno il suo mestiere, verrebbe da dire semplicisticamente.

Non tutti possono dipingere. Se tutti diventassimo pittori, il mondo sarebbe sicuramente più brutto. E non tutti possono essere scrittori: rischieremmo di dover leggere ripetutamente solo il nostro libro, dopo averlo scritto, per le ovvietà, gli errori e le insulsaggini contenute nei libri degli altri.

La creatività è quasi sotterrata del tutto, quindi? Chiudiamo le agenzie e apriamo salumerie o rivendite di telefonini?

Forse non è ancora troppo tardi.

Quando i clienti impareranno a richiedere creatività alla loro agenzia e considereranno il rapporto con essa come una coalizione solidale per lo sviluppo del proprio business, il rafforzamento del brand e la fidelizzazione dei clienti, allora proveremo al mondo che il buon gusto, l’arte e la buona comunicazione potranno dar vita a un buon modo di vendere.

E se a raccontare storie sarà chi le sa scrivere, se si parlerà al cuore invece che alla mente del consumatore, e quando l’amore diventerà la vera forza trainante del mercato, allora proveremo anche che il mondo potrà essere un luogo migliore di quello che è.

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