DA RADIO AD AUDIO: L’EVOLUZIONE DIGITALE DI UN MEZZO “RESILIENTE”

Negli ultimi anni si è parlato molto di tecnologia digitale legata ai mezzi di comunicazione, soprattutto di social media e di mobile in relazione all’evoluzione dei contenuti video. Si è invece parlato (e letto) poco della radio, mezzo che si sta trasformando alla stessa velocità, se non più velocemente, della televisione. Già oggi in Nord Europa e in primis in Norvegia, dove lo switch-off delle frequenze AM/FM è completato, la radio è trasmessa esclusivamente via DAB (Digital Audio Broadcasting) o web. A questo si affianca il sempre crescente utilizzo del podcast e di servizi come Pandora o Spotify, oltre all’ascolto in streaming di stazioni radio tramite device desktop e mobile, diffuso tra i giovani come tra gli adulti.

La radio è da sempre un mezzo “resiliente” alle crisi del mercato pubblicitario, vale a dire che mantiene la propria quota – nel mondo la media è appena inferiore al 6% – e occupa sempre un posto di rilievo nella pianificazione delle comunicazioni commerciali delle aziende.

Per capire come il digitale cambierà la radio in termini di comunicazione e di opportunità d’investimento è utile inquadrare il mercato americano. Negli Stati Uniti, infatti, l’ascolto della radio digitale dal 2009 al 2017 ha avuto un tasso di crescita annuale composto del +28% e il fatturato derivante dalle attività pubblicitarie su questo canale ha superato il miliardo di dollari nel 2016. È una cifra contenuta se confrontata con i 200 miliardi complessivi generati dal mercato adv americano, ma assai importante in valore assoluto. Anche dal punto di vista delle coperture i numeri statunitensi sono interessanti, se confrontati con quelle degli altri mezzi di comunicazione:  la reach media settimanale della radio “tradizionale” è di circa 230 milioni di individui, superiore ai 218 milioni della televisione, ai 203 milioni degli smartphone, e ai 180 milioni dei social media fruiti da mobile.

È evidente che la radio, come ho spesso sostenuto in passato, sia ben lontana dall’estinzione e che grazie all’innovazione digitale abbia cominciato un percorso nuovo e innovativo, ricco di opportunità per i comunicatori.

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