Un’altra estate arriverà……..

 

L’estate 2016 in Italia?

La ricorderemo per un paio di “tormentoni” musicali e per un’ottima stagione turistica caratterizzata da un incremento significativo di presenze sia straniere sia italiane, +10% secondo Federturismo. A causa di una situazione internazionale purtroppo incerta, infatti, oltre 20 milioni di italiani hanno fatto le vacanze in Patria.

Dal punto di vista meteorologico, il trimestre giugno-agosto 2016 ha avuto temperature più basse del corrispettivo periodo del 2015 (la media del periodo è stata di 28,5° contro i 29,9° del 2015) e generalmente più alte dello stesso trimestre nel 2014 (quando la media del periodo fu 27,5°). Agosto 2016, inoltre, è stato il più piovoso degli ultimi tre anni.

Per le industrie che producono prodotti cosiddetti stagionali, dove la maggior parte del business si gioca in meno di venti settimane all’anno, il meteo è una variabile imponderabile di enorme importanza.

Così, ragionando su un paniere di prodotti di largo consumo tipicamente estivi (come bevande, insetticidi, solari, gelati..), nel trimestre giugno-agosto 2016 la domanda è diminuita del 3,7% rispetto al pari periodo nel 2015, ma è aumentata del 7% rispetto al medesimo trimestre del 2014.

Così contestualizzata, la performance del paniere estivo 2016 appare quasi un “rimbalzo tecnico” soprattutto  per gli insetticidi, i cui consumi estivi calano del 10,6%, e per i gelati (-6,5%), seguiti dalle bevande (-4%). Fanno da contrappeso i solari: i consumi degli abbronzanti sono cresciuti del 3,4%, quelli  dei  doposole del 6,2%.

Il colpo di coda dell’estate 2016 è stato il mese di settembre: nelle prime tre settimane le temperature massime sono state in media di 28,9° (contro i 27,4° delle stesse settimane del 2015). Confrontando i consumi di settembre 2016 con quelli di settembre 2015, in effetti, i prodotti stagionali hanno generato quasi il 6% in più, in particolare: +12,7% i gelati, +4,5% le bevande, +12,5% gli insetticidi. Decisamente un ottimo recupero mese su mese, anche se il saldo tra giugno-settembre 2016  e giugno-settembre 2015 rimane ancora negativo a totale paniere (-1,9%).

Con ottobre è ripartita per le industrie la pianificazione della prossima stagione estiva: si studiano i nuovi prodotti, si mettono a punto le strategie di marketing, si negoziano le attività con la distribuzione, si delinea il piano di comunicazione…

“E ancora un’altra estate arriverà…”

LO “STORYTELLING” TRA LE TENDENZE DELL’ADVERTISING AL CES 2016

Mentre i visitatori dello spazio espositivo ammiravano le ultimissime novità in tema di televisori, realtà virtuale e videocamere, il CES di Las Vegas ha offerto agli operatori di marketing importanti spunti di riflessione sulle prospettive dell’advertising. Nelle sale conferenze si sono alternati vari speaker di Yahoo che hanno approfondito una varietà di argomenti quali l’importanza dello storytelling per i brand, la pubblicità integrata nelle app e l’inarrestabile crescita della tecnologia mobile.

Lisa Utzschneider, Chief Revenue Officer di Yahoo, ha condotto un incontro sullo storytelling per i brand, con la partecipazione dei marketing executives di Subaru, Robert Font e Jack Kelly. Utzschneider ha aperto la sessione esponendo un principio base dello storytelling che Subaru abbraccia appieno: lo storytelling si basa sulla profonda conoscenza del proprio cliente. Oggi però, come sanno bene gli esperti del settore, non è più sufficiente saper raccontare bene una storia, bisogna anche dimostrare un ROI. A tale proposito, Utzschneider ha messo in evidenza tre principi fondamentali per raggiungerlo:

Ispirazione: la creatività deve trarre ispirazione da quello che impariamo sui consumatori

Scopo: meglio focalizzarsi su un obiettivo complessivo senza limitarsi a un obiettivo solo legato al canale e all’efficienza

Misurazione: è fondamentale raccogliere tutti i dati significativi per dimostrare i risultati ottenuti

I dirigenti di Subaru hanno poi illustrato il modo in cui hanno seguito tali principi per creare campagne pubblicitarie di successo con la collaborazione di Yahoo. Font ha affermato che “c’è un momento in cui riesci a cogliere quello che conta davvero per il tuo consumatore e a legarlo ad una storia autentica ed emozionante. Ed è proprio lì che inizia la magia”. Il numero uno del marketing di Subaru ha poi continuato evidenziando l’importanza di “lavorare con un partner che comprenda i tuoi obiettivi e sia in grado di aiutarti a raggiungerli: è così che co-creiamo con Yahoo. Ci siamo chiusi in una stanza con il team di Yahoo per studiare insieme una strategia, invece di applicare semplicemente soluzioni standard”.

 

MA INNOVAZIONE VUOL DIRE DAVVERO SUCCESSO?

Esistono diversi modi per descrivere cosa vuol dire innovazione ma non tutte le definizioni sono adatte a chi lancia nuovi prodotti. Di sicuro sappiamo che i consumatori hanno sempre voglia di scoprire novità, si trovano continuamente di fronte allo scaffale e selezionano alcuni di questi nuovi prodotti. Quando scoprono un brand o un prodotto che soddisfa ripetutamente le loro esigenze questo entra a far parte della loro routine quotidiana.

Per identificare le innovazioni di maggiore portata  Nielsen US ha raccolto informazioni su più di 17.000 prodotti lanciati negli ultimi 3 anni: Nielsen ha utilizzato tre criteri per isolare la vera innovazione, selezionando i prodotti distintivirilevanti e in grado di rimanere sul mercato (Distinctiveness, Relevance, Endurance). Tra questi prodotti, 14 sono stati selezionati come i vincitori del Nielsen Breakthrough Innovation Report US 2014 ed è stata svolta un’attenta indagine per capire le ragioni del successo. Il risultato del report è la conferma che i brand e le innovazioni di successo rispondono a spunti demand-driven provenienti dai comportamenti e dai bisogni dei consumatori.

Da uno sguardo superficiale può sembrare che alcuni dei 14 prodotti vincenti non siano molto innovativi. Ad esempio si potrebbe sostenere che i biscotti BelVita per la colazione dell’azienda Nabisco siano “solo un altro biscotto”, che il caffè freddo pronto International Delight Iced Coffee di WhiteWave sia “caffè freddo aromatizzato in bric”, o che la Nature Valley Protein Bar sia “una barretta con più noccioline”. Ma descrivere questi prodotti come poco originali sarebbe un errore: questo perchè i team di marketing che si sono presi cura del lancio di questi prodotti hanno guardato oltre il solo prodotto per sviscerare il contesto emozionale e sociale, oltre ai bisogni dei consumatori, per capire quale spazio nella vita dei consumatori il prodotto potesse ancora colmare. Comprendere le circostanze che portano i consumatori a scegliere i prodotti ha permesso ai brand di introdurre nuovi prodotti in aggiunta alla linea attuale e fare innovazione. E milioni di consumatori hanno risposto acquistando, confermando così i benefici che questi nuovi prodotti hanno introdotto nelle loro vite.

I 14 prodotti vincenti di quest’anno sono stati selezionati tra più di 3.400 prodotti lanciati nell’anno 2012 negli Stati Uniti. Di tutti i prodotti lanciati nel 2012, solamente 71 hanno venduto cifre superiori ai 50 milioni di dollari e si collocano tra il 3% dei lanci che hanno generato maggiori ricavi, dimostrando la portata di questi prodotti.

È naturale che il successo non possa mai essere certo ma i marketers possono cambiare le sorti di un prodotto adottando idee, strategie e leadership chiare e condivise per rispondere in modo coerente ai bisogni dei consumatori. Quando questo accade, lanciare un’innovazione risulta molto più simile a una ricetta piuttosto che a un colpo di fortuna.

E’ LA RADIO IL MEDIA PIU’ SOCIAL

Il 24 e il 25 settembre scorso si sono svolti alla Social Media Week di Roma due talk show che hanno coinvolto cinque radio nazionali commerciali e più di 150 partecipanti sul tema della nuova comunicazione radiofonica integrata grazie alle nuove tecnologie web e mobile. Organizzati dal Social Radio Lab – laboratorio-community on line di professionisti radiofonici e comunicatori web e mobile dedicato all’informazione, ricerca e condivisione sull’evoluzione della comunicazione radiofonica – i due eventi hanno confermato che, nonostante si parli tanto di “social tv”, è la radio ad essere veramente social. La quasi totalità delle 22 radio monitorate dal Social Radio Lab non solo propone siti internet con contenuti e numeri da grandi portali e app sempre più articolate, ma ha profili ufficiali su Facebook e Twitter che utilizza quotidianamente per aggregare, fidelizzare e coinvolgere la propria community di ascoltatori. Le radio hanno il vantaggio di poter contare su milioni di affezionati, ben contenti di arricchire la loro esperienza anche online. Radio Italia solomusicaitaliana, che domina su Facebook davanti a Radio Deejay e RTL 102.5, ha raccolto finora 2 milioni e 200mila fan. Radio Deejay invece su Twitter guarda tutti dall’alto del suo quasi milione e mezzo di follower, precedendo Radio 105 e RDS. Elevato anche il tasso di engagement: secondo Blogmeter, ad esempio, nel corso del 2013 la pagina de Lo Zoo di 105 ha generato più di 10 milioni di interazioni. YouTube, utilizzato dal 77% delle emittenti, vede prevalere Radio Globo con 26 milioni di visualizzazioni del canale principalmente grazie a video virali come Pulcino Pio. Negli ultimi mesi sale al 59% l’utilizzo di Instagram dove prosegue il testa a testa tra due brand del Gruppo Finelco: Radio Monte Carlo 2 (12.600 follower) e Radio 105 (12.400); o di Spotify, dove Radio 105, RMC e Virgin Radio vantano una media di 26.000 follower. Per il sottoscritto, che conosce molto bene il mondo radiofonico, il segreto rimane sempre quello di puntare su contenuti originali e presidiare tutte le piattaforme utili a mantenere costante e ricco di modalità il feeling con gli ascoltatori, senza dimenticare l’importanza degli eventi e del contatto diretto con loro. D’altra parte è da quasi quarant’anni, da quando è nata la radio libera, che la radio vince nella relazione con il proprio pubblico, dalle richieste di dediche al telefono degli anni 70, alla partecipazione in diretta degli ascoltatori, fino all’interazione con internet, ben prima di tutti gli altri media classici.